Per accogliere gli alunni in una nuova classe del loro percorso nella Primaria, la maestra Monica Scarpellini ha inventato una divertente attività nella quale i bambini interpretano il ruolo di un detective. All'interno di questo gioco hanno la possibilità non solo di prendere maggiore confidenza con i compagni, ma cominciano ad apprendere divertendosi gli argomenti del programma scolastico. In questo nono episodio dell'Approfondimento del giovedì Monica Scarpellini ci racconterà questa e altre attività che svolge nella sua classe.
Buona lettura.
La parola detective ci fa pensare a una persona curiosa che deve approfondire le situazioni e trovare indizi. Quindi mette subito i bambini in un atteggiamento attivo e propositivo: "Insieme alla mia collega Loretta - spiega la maestra Monica Scarpellini - abbiamo programmato un progetto di accoglienza che è durato soprattutto per la prima settimana di scuola e si è svolto all'aperto. I bambini dovevano affrontare cinque prove, una per ogni giorno, per conquistare il distintivo di detective di classe quarta e affrontare bene il nuovo anno scolastico".
Quindi invece di iniziare l'anno scolastico nelle maniere tradizionali si sono trovati immersi in una sorta di gioco di ruolo: "E quando hanno scoperto che sarebbe durato tutta la settimana - prosegue Monica - sono stati ancora più contenti. Ed eravamo contenti anche noi insegnanti. Avevamo bisogno di ritrovarci e condividere un bel momento insieme dopo un anno di didattica condizionata dalle restrizioni anti Covid".
Per prima cosa Monica Scarpellini ha chiesto ai suoi alunni se erano pronti ad affrontare nuove sfide con spirito collaborativo: "L'obiettivo era infatti far crescere la classe come gruppo, - prosegue Monica, - volevamo che si sentissero parte di una squadra e che si prendessero cura l'uno dell'altro. Abbiamo fatto nostro lo slogan della stagione educativa di Biella Cresce, Facciamo squadra!".
Sono state create cinque squadre in maniera casuale. Ogni giorno le squadre affrontavano una prova diversa che, una volta superata, consentiva di ottenere un indizio (ad es. Non è all'esterno della scuola, oppure Non si trova in mensa). Ciascuna squadra era responsabile degli indizi che raccoglieva, doveva organizzarsi per conservarli senza perderli e senza condividerli con le altre squadre. Alla fine della settimana chi aveva conquistato tutti gli indizi poteva completare una caccia al tesoro e ottenere il distintivo di detective.
Questa iniziativa è stata importante anche per l'inserimento dei nuovi bambini, perché si sono ritrovati in piccoli gruppi e hanno avuto occasione di conoscere i compagni in un contesto più ristretto e giocoso. Molto meglio che presentarsi di fronte a venti compagni che non conoscono. Questo avviene anche per gli adulti: è più facile aprirsi di fronte a quattro persone che non conosciamo, piuttosto che di fronte a venti.
Un altro elemento importante è l'autonomia. Ogni squadra si autogestisce in maniera libera per tutta la mattina, trovando le loro strategie, i loro spazi e la loro organizzazione interna.
La prima prova era una prova fisica. Ciascun bambino doveva affrontare un percorso fatto di conetti al termine del quale otteneva un foglio con “frase spezzata”. A questo punto doveva ricostruire la frase disponendo i fogli nell’esatta sequenza, poi osservare il verbo e inserire la frase in uno dei tre cerchi: del presente, del passato o del futuro.
Le frasi erano abbastanza lunghe, quindi la prova era sfidante per i bambini. Le insegnanti osservavano l'andamento del gioco e intervenivano solo per richiamare all'attenzione quando una frase non era nell'ordine corretto, ma senza suggerire la soluzione.
Al termine della prova ogni squadra aveva riordinato e disposto nei cerchi sei frasi. Se lo aveva fatto nel modo corretto otteneva l'indizio del giorno.
Con questa prova c'è una parte di educazione motoria che riguarda il controllo del corpo e dell'equilibrio, ma anche una parte di italiano grazie al quale hanno ripassato i tempi verbali e altri elementi della grammatica.
In questa prova ciascuna squadra si dispone in cerchio: un bambino prende una "pallina parlante" (ovvero una pallina da tennis sulla quale gli insegnanti hanno scritto delle frasi con un pennarello) e legge cosa dice. Ad esempio può esserci scritto: Tabellina del 5, oppure: Presente del verbo Avere, o ancora: Conta da 100 a 120. A questo punto il bambino lancia la pallina a un compagno e tutta la squadra insieme, a ogni lancio, dice la tabellina ad alta voce. Se la pallina cade la squadra deve ripartire la richiesta dall'inizio.
In questa attività c'è una forte componente di coordinazione per lanciare e afferrare la pallina, perché passarsi una pallina da tennis è più difficile di quello che sembra. Inoltre dovevano coordinarsi anche a pronunciare insieme la richiesta. Per quanto riguarda le richieste, il fatto di doverle eseguire insieme aiutava chi si ricordava meno a ripassare.
Al termine dell'attività ciascuna squadra riceveva un indizio.
In questa prova i bambini avevano a disposizione tre mazzi di carte: in uno c'erano dieci numeri, in uno dieci colori e in uno dieci disegni. Si gioca a coppie: un bambino mostra una carta al compagno (ad es. "5"), il compagno la memorizza poi esegue un percorso segnalato con dei conetti, torna al punto di partenza e dice quale carta aveva visto ("5"). A questo punto il primo bambino gira un'altra carta (ad es. "2"), il compagno ripete il percorso poi dice la sequenza che ha memorizzato ("5, 2"). Si prosegue finché non commette un errore. L'obiettivo era che ciascun mazzo venisse memorizzato da almeno una componente della squadra.
Questo gioco, oltre ad allenare nuovamente l'aspetto fisico, è importante per potenziare la memoria di lavoro. Tra l'altro dover eseguire un percorso aggiunge una difficoltà: è più difficile ricordare una sequenza mentre si esegue un'attività fisica.
Ogni bambino sceglieva strategie diverse, alcuni ad es. ripetevano a bassa voce la sequenza mentre eseguivano il percorso. Chi riusciva meno bene poteva concentrarsi sulla sua prestazione senza la pressione di far perdere la squadra, visto che bastava che un solo bambino memorizzasse il mazzo. A questi bambini dicevamo di darsi semplicemente l'obiettivo di migliorare sé stessi al tentativo successivo: questo innesca una competizione positiva con sé stessi, invece di porre l'attenzione sul confronto con gli altri.
In questa prova c'erano due sfide, una di matematica l'altra di italiano.
Quella matematica consisteva nel trovare almeno quattro strategie per formare un certo numero dato.
Quella di italiano consisteva nel riordinare un racconto diviso in pezzi: ciascun bambino leggeva in autonomia i pezzi del racconto disordinati poi si confrontava con gli altri sulla sequenza corretta. Infine ogni gruppo doveva leggere ad alta voce il racconto.
In questa prova gli alunni dovevano prima di tutto abbinare dei cartellini scritti in inglese con la corretta traduzione in italiano. Poi si trattava di creare delle semplici frasi in inglese con i verbi essere e avere, sempre basandosi su dei cartellini.
La prova terminava con la lettura delle frasi, quindi aggiungendo anche una parte di speaking.
"Anche in questo caso - prosegue Monica Scarpellini - è stato bello vedere la collaborazione all'interno delle squadre".
Il venerdì i gruppi avevano a disposizione tutti gli indizi (che erano ad es. Non è all'esterno della scuola, oppure Non si trova in mensa) e potevano finalmente eseguire la caccia al tesoro per ottenere il distintivo di detective di quarta. Anche questa fase non era un semplice gioco ma allenava delle abilità, tra cui l'orientamento e il problem solving.
"Un aneddoto carino - prosegue Monica Scarpellini - è che una squadra si è ritrovata senza gli indizi. La bambina incaricata di conservarli aveva dimenticato a casa la cartellina nella quale li aveva riposti. Allora le altre squadre hanno deciso di condividere i loro indizi, dimostrando che non stavano vivendo questo gioco con l'obiettivo di arrivare primi o battere i compagni. La cosa importante era farcela tutti insieme".
Seguendo gli indizi i bambini raggiungevano una scatola con tutti i distintivi e un attestato di detective di classe quarta: "Li hanno colorati e poi li abbiamo fatti plastificare. Quel venerdì sono usciti da scuola con il loro distintivo, soddisfatti e felici. Non si trattava solo di aver completato il gioco, ma di aver certificato che avevano le competenze necessarie per affrontare il nuovo anno scolastico".
A partire dalle attività della prima settimana sono nati diversi spunti di approfondimento in classe, con attività sul quaderno la settimana successiva. Inoltre sono stati programmati diversi altri momenti di attività all'aperto, integrate con il lavoro in classe.
(Al minuto 53:33) Altri progetti.
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