Nei giorni scorsi siamo stati in due luoghi diversi d'Italia, in Toscana e in Piemonte, per fare formazione sull'outdoor education a più di 70 insegnanti ed educatori. In questo quarto episodio dell'Approfondimento del giovedì vi raccontiamo un po' di attività da svolgere in natura: gli studi scientifici dimostrano che anche il solo fatto di stare all'aperto migliora le nostre prestazioni cognitive.
A volte le cose che fanno bene agli esseri umani sono estremamente semplici. E ha senso che sia così, visto che ci siamo evoluti facendo cose semplici. Come abbiamo visto nella prima puntata, uno di questi esempi è il gioco: tutti gli esseri umani (come gli altri mammiferi e anche altre specie) istintivamente giocano. E attraverso il gioco imparano molte cose su sé stessi e sul mondo. Negli ultimi decenni la scienza ha scoperto che se possiamo apprendere una cosa attraverso il gioco, allora la apprenderemo più profondamente e più velocemente giocando che stando seduti in classe.
Qualcosa di simile è successo con la natura. Ci siamo evoluti immersi nella natura, poi abbiamo iniziato a passare sempre più tempo in ambienti chiusi come le abitazioni, i luoghi di lavoro e anche le scuole. Di recente stiamo scoprendo (anzi, riscoprendo) che la natura ha tantissimi effetti benefici sul nostro corpo e sul nostro cervello. Qui di seguito ne elenchiamo alcuni.
Innanzitutto passare del tempo in natura riduce l'ansia e lo stress, secondo uno studio del 2014 di una equipe di ricercatori giapponesi, coreani e finlandesi su un gruppo di 48 giovani. In particolare, passeggiare in un ambiente forestale è in grado di rilassare il sistema cardiovascolare facilitando il sistema parasimpatico (attivo nei momenti di relax) e silenziando il sistema simpatico (che interviene nelle situazioni di emergenza). Questo provoca una sensazione di maggiore benessere e rilassatezza.
Questo sentimento di relax non è banale. La nostra società ci porta ad avere livelli di stress sempre più alti e a considerare relax momenti che non lo sono davvero: guardare la televisione o un qualunque schermo, ad esempio, mantiene il nostro cervello in uno stato di allerta generato da ciò che stiamo guardando piuttosto che in uno stato di rilassamento.
Stare in natura migliora anche la memoria e l'attenzione, due fattori fondamentali per ognuno di noi (in particolare per gli studenti). Secondo una ricerca multidisciplinare dell'Università del Michigan (dei dipartimenti di Psicologia, Ingegneria gestionale e Scienze informatiche) firmata da Marc Berman, John Jonides e Stephen Kaplan, anche solo guardare un quadro che rappresenta un paesaggio naturale migliora alcune capacità cognitive. Il miglioramento è inferiore rispetto a una passeggiata in natura, ma superiore rispetto all'osservazione di una natura morta o di un'immagine astratta.
In uno degli esperimenti fatti in questo studio sono stati esaminati due gruppi di persone. A entrambi i gruppi sono state dette alcune stringhe di numeri, chiedendo di ripeterli al contrario. I due gruppi hanno, come è prevedibile, ottenuto risultati simili: riuscivano a ripetere in media 7,9 cifre. A questo punto un gruppo è stato fatto passeggiare in un ambiente urbano, l'altro in un ambiente naturale. Al rientro il gruppo che era stato in un ambiente urbano ha ripetuto in media 8,4 cifre, quello che era stato in natura 9,4. Camminare anche in città migliora le prestazioni (+0,5 cifre), ma camminare nella natura le migliora sensibilmente di più (+1,5 cifre).
Dunque ogni compito cognitivo che richiede memoria di lavoro e attenzione può essere svolto con prestazioni sensibilmente migliori se prima abbiamo fatto una passeggiata in natura. Ecco perché è importante portare all'esterno, meglio se in natura, tutte le attività possibili. Questo significa svolgere il più possibile fuori le lezioni scolastiche (per poi magari rientrare a svolgere attività di rielaborazione), ma anche passare all'aperto i momenti liberi con la famiglia.
Ma perché accade? La spiegazione data da questi ricercatori è che la natura attiva la rigenerazione dell'attenzione, secondo la attention restoration theory avanzata da Rachel e Stephen Kaplan (il secondo è uno dei firmatari dello studio). In natura sembra più facile resettare la nostra attenzione perché non siamo assaliti da continue informazioni, mentre in un ambiente urbano il traffico, i segnali stradali, i suoni, le insegne ecc. attirano costantemente la nostra attenzione e ci tengono in allerta.
Gli autori Berman, Jonides e Kaplan chiudono lo studio con queste parole: "In conclusione, anche una breve e semplice interazione con la natura può produrre un significativo aumento nel controllo cognitivo". Sottolineiamo breve e semplice: basta un orto didattico in un cortile asfaltato o delle piante per cominciare ad avere un miglioramento.
Una ricerca simile a quella che vi abbiamo appena raccontato è stata condotta da Andrea Faber Taylor e Frances E. Kuo della University of Illinois, ma questa volta su bambini con disturbo da deficit di attenzione iperattività (Adhd). Anche in questo caso i bambini che avevano passeggiato in natura riuscivano a ricordare un numero sensibilmente maggiore di cifre rispetto ai gruppi di controllo.
Anche grazie al fatto che aumenta la capacità di rilassarsi, la natura abbassa le onde cerebrali determinando minor frustrazione, maggior coinvolgimento e livelli meditativi: tutti elementi associati alla creatività e al problem solving.
L'esposizione alla natura migliora anche la generosità. In un contesto di rilassatezza siamo più predisposti verso le altre persone, ad aiutare e cooperare con gli altri. È facile immaginare quanto siano importanti queste caratteristiche in un contesto di classe, dove creare un ambiente collaborativo può migliorare di molto la qualità delle lezioni.
Anche in questo caso non bisogna diventare esperti di trekking per accedere ai benefici della natura. Camminare in un contesto naturale è un'attività alla portata di tutti, inoltre si può iniziare un passo alla volta: chi ha uno stile di vita molto sedentario può cominciare con delle brevi passeggiate a bassa andatura e inizierà già a sperimentare tutti i miglioramenti di cui abbiamo parlato. Ricordiamoci le parole di Berman, Jonides e Kaplan: anche una breve e semplice interazione provoca dei miglioramenti cognitivi.
Gli ultimi studi che desideriamo citare oggi sono due articoli, il primo del 2019 firmato da Tari Haahtela dell'Unversità di Helsinki, il secondo pubblicato nel 2020 su Science Advanced da un vasto gruppo di ricercatori. Mostrano che l'esposizione alla biodiversità migliora il sistema immunitario e la nostra risposta a infiammazioni e allergie. Il nostro sistema immunitario opera riconoscendo gli agenti estranei e attaccandoli, ma se viene esposto a una quantità scarsa di di questi agenti estranei lo priva di informazioni essenziali per catalogarli. E questo è particolarmente importante nei bambini e nei giovani, dal momento che il sistema immunitario continua a formarsi fino a 18 anni e anche oltre in alcuni casi (come ci ha raccontato il professor Francesco Bottaccioli al Coschooling Forum 2021).
Da questo studio è nato un progetto finlandese che punta a portare dell'humus nei cortili scolastici. Come sapete, l'humus è un terriccio ricco di sostanze organiche generate dalla decomposizione di resti animali e vegetali di cui è ricco il sottobosco. Portare questo terriccio nei nidi potrebbe aiutare i bambini a formare il loro sistema immunitario.
Gli autori suggeriscono anche di non esagerare con l'igiene, perché ambienti iperigienizzati ostacolano lo sviluppo del sistema immunitario. In questi mesi di pandemia igienizzare spesso le mani è ovviamente una necessità, ma dove possibile (in ambiente domestico, nel giardino di casa o nei contesti naturali) cerchiamo di limitarci alle normali norme igieniche.
Nel finale di questo approfondimento vi abbiamo mostrato alcune attività didattiche tratte dai potenziamenti che svolgiamo con le classi seconda primaria. Una di queste si chiama Cogli il numero ed è stata presentata dalla nostra Valeria Rosso, cofondatrice di Biella Cresce, al Coschooling Forum 2021. La raccontiamo riportando un estratto dell'ebook del convegno:
"Questo gioco ha due obiettivi: allenare la rappresentazione mentale della quantità, anche con grandi numeri, e introdurre una componente di movimento.
In un cortile, in uno spiazzo o in palestra si dispongono da un lato delle quantità rappresentate per mezzo di cannucce e contatab (noi abbiamo preparato quindici stazioni da 16 fino a 242). Dall'altro lato dei dischetti di legno (o di altro materiale) con numeri o operazioni da collegare alle quantità sull'altro lato: ad esempio "16", "1 de 6 u", "10+6", "20-4" che rimandano tutti alla quantità 16.
I bambini scelgono un dischetto, lo raccolgono e vanno a depositarlo nella stazione corrispondente. Il percorso può essere eseguito di volta in volta di corsa, con una corsa laterale, calciata e compiendo diversi percorsi per variare il più possibile i movimenti.
Una volta che tutti i dischetti sono nelle postazioni i bambini, a coppie, controllano che le associazioni siano corrette. Tutti i dischetti posizionati in maniera errata vengono rimessi al centro e poi assegnati alla postazione giusta".
Nel video ne troverete anche altre, facilmente replicabili in classe.
Il conclusione, la natura porta benefici straordinari sul nostro corpo e sul nostro cervello. E la cosa straordinaria è che per accedere a questi benefici basta poco: cominciamo ad esempio con una breve passeggiata nel bosco, è facile e alla portata di tutti. Facciamolo per il bene nostro e dei nostri bambini.
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