Forza papà! Riflessione semiseria sul ruolo del padre

Sep 20, 2022

Qual è il ruolo di un papà nella crescita dei figli? Dovrebbe essere un compagno di squadra? Un amico burlone? Un professore che dà le note sul registro? In questo approfondimento ci affidiamo a un po' di sana ironia per rimettere a fuoco il ruolo del padre nella società attuale. 

 

In questo episodio:

00:00 Introduzione
05:56 Una conversazione padre-figlio
17:22 Il padre "compagno di squadra"
21:32 Il padre "amico burlone" e gli altri approcci
30:24 Un approccio più efficace

 

Una conversazione padre-figlio

Nel periodo in cui una donna è in gravidanza si sviluppa una relazione unica con il suo bambino, una relazione di cui i papà non possono comprendere fino in fondo. Il libro La relazione psicobiologica madre-feto di Nicola Peluffo prova a spiegare qualcosa di questa relazione.

Mentre leggeva questo libro, Rodolfo ha sentito una conversazione tra padre e figlio in una pasticceria, mentre era in coda. Il padre diceva: "Arriveranno i 18 anni anche per te e via, pedalare, muovere il ****!" Ovviamente a tutti è capitato di dire cose che non avremmo voluto dire, per cui non vogliamo giudicare questa frase ma riderci sopra e, ridendo, capire perché è sbagliata.

Il bambino ha cominciato a chiudersi e incupirsi. Poi rialza il viso e risponde: "Sì papà, ma a me mancano ancora otto anni". Il padre non risponde e il bambino torna a incupirsi finché non vede una manifesta che annuncia una gara podistica che si svolge nella provincia di Biella: "Guarda papà!", dice con entusiasmo. A quel punto il padre gli dice, ridendo: "E allora inizia a correre, che oggi torni a casa a piedi!".

Da questa conversazione, Rodolfo ha tratto lo stimolo a osservare come si comportano i padri con i figli con l'idea di dire: "Forza papà!", perché l'impressione è che i padri possano fare molto di più per aiutare i figli a crescere.

 

Il padre "compagno di squadra"

Forse lo stile più usato dai padri è quello del "compagno di squadra". È un modo per ricreare il clima goliardico di uno spogliatoio e si vede soprattutto con i figli maschi, ma non solo. 

Il ruolo del padre compagno di squadra si manifesta soprattutto nella presa in giro e nello sfottò. È un modo per sminuire le aspirazioni o le azioni del figlio, ma ridendoci sopra.

Non è uno stile da demonizzare completamente, anche se non è certo un approccio costruttivo alla relazione. Di certo può anche essere divertente in certe occasioni, ma solo se non è il modo prevalente di relazionarsi. Quando questo atteggiamento è frequente il rischio è creare problematiche legate al senso dell'identità e alla visione che il figlio ha di sé. Sentirsi sminuire spesso finisce per abbassare l'autostima, anche se il tutto è inserito in un contesto goliardico.

 

Il padre "amico burlone" e gli altri stili

Un altro modo di relazionarsi è come "amico burlone". Si tratta di una relazione basata sugli scherzi reciproci, non delle prese in giro ma dei dispetti. Anche in questo caso il problema non nasce dal fatto di scherzare con i figli, nasce quando lo scherzo diventa il modo prevalente di relazionarsi.

Anche perché questo atteggiamento funziona meglio quando si è in gruppo, mentre se una relazione padre-figlio è prevalentemente basata sullo scherzo si priva il bambino di qualcosa di cui ha bisogno: i momenti di concentrazione, dove giocare in maniera seria senza essere disturbato.

Un altro modo c'è il padre come "professore intransigente", che si relaziona in maniera burbera, che bacchetta il figlio a ogni errore e che dice spesso: "Te l'avevo detto" con tono di rimprovero.

Al polo opposto si situa il padre "mieloso", che ha un atteggiamento eccessivamente coccoloso. Ovviamente le coccole con i figli sono una delle parti più belle del rapporto, ma con un'accortezza: non dovrebbero essere fatte per sanare un momento di tensione. 

Facciamo un esempio. In piscina Rodolfo ha visto un padre dire al figlio piccolo, mentre si trovava con lui negli spazi dedicati ai bambini: "Ma non vorrai mica che giochi con te tutto il tempo!". È vero che è importante promuovere l'autonomia del bambino, o l'interazione con i coetanei, ma un bambino ha anche il diritto di voler giocare con il padre: non è una pretesa eccessiva. Dopo questa situazione, il padre ha messo in atto la strategia mielose.

Anche il padre della pasticceria da cui siamo partiti aveva chiuso il cerchio con due carezze sulla schiena e una pacca sul sedere. Con la dolcezza si risolve una situazione di tensione, senza che ci sia un pentimento per il modo in cui si è trattato precedentemente il figlio.

Se lo stesso trattamento lo ricevesse un adulto lo riterrebbe molto probabilmente inaccettabile. 

Se non riusciamo a pensare prima di parlare, e molto spesso accade, si può sempre pensare dopo. Quando ci accorgiamo che ciò che abbiamo detto o fatto ha ferito un'altra persona possiamo sempre chiedere scusa, dire che non intendevamo dire o fare quello.

 

Un approccio più efficace

Quando il bambino cresce durante la gravidanza, viene accolto dal grembo materno che lo accetta in quanto essere vivente. Questo è un atteggiamento della mamma che resta durante la vita: l'accettazione incondizionata.

Provate a fare questo esperimento, immaginate che vostra madre vi dica: "Sono sicuro che ce la farai... [a passare l'esame, a ottenere il lavoro, a vincere la partita...]". Probabilmente dentro di voi pensate: "Va bene, certo, sei mia mamma è ovvio che mi dici che ce la farò".

È importante che la madre abbia fiducia nel figlio, ma al tempo stesso quella fiducia è data un po' per scontata durante la crescita. Per questo le madri sono meno efficaci a mandare nel mondo i figli. E qui c'è una grande opportunità per tutti i padri: interpretare il ruolo di chi accompagna nel mondo.

Il padre è il primo "non-sé", visto che nei primi momenti di vita il neonato non distinguere tra sé e la madre. È la figura ideale per ricoprire questo ruolo di sprono all'indipendenza, di fiducia nel fatto che il figlio ce la possa fare con le sue forze.

Ovviamente se la figura del padre manca, o se la struttura famigliare è diversa da quella padre-madre, i figli hanno comunque tutte le possibilità di crescere in armonia. Ma quando la figura è presente è importante cogliere questa opportunità.

Questo approccio di chi accompagna nel mondo, se ci pensiamo bene, non si accorda bene con nessuno degli stili che abbiamo descritto in precedenza. Questo non significa che non si debbano mai adottare: in alcuni momenti possono essere utili e definire un momento di divertimento insieme. Ma quando quegli atteggiamenti si protraggono e generano sfiducia in sé stesso nel figlio è importante saper tornare indietro, chiedere scusa e cambiare atteggiamento.

Questo, ovviamente, non significa fare sempre quello che vuole il figlio. Un approccio fermo e risoluto non è in contrasto con la fiducia nell'autonomia del figlio, anzi si sposa alla perfezione.

Ora provate a prendere un foglio di carta, scrivete la parola PAPÀ al centro e poi scrivete intorno tutte le caratteristiche che dovrebbe avere un papà. Scoprirete delle cose straordinarie su di voi e sul ruolo del padre, che potrete iniziare da subito a mettere in pratica.

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