L'importanza della nostra propensione alla natura nell'educazione

Feb 18, 2022

Quanto siete connessi con la natura? Forse non lo sapete, ma la propria propensione alla natura è misurabile. La nostra Claudia Ottella ha studiato, insieme a Martina Piccioni, le numerose scale create dai ricercatori negli ultimi anni per calcolare la biofilia. 

Nel ventiduesimo Approfondimento del giovedì Claudia ci aiuterà a misurare la nostra connessione con la natura e ci mostrerà quanto è importante per migliorare l'approccio all'educazione.

 


In questo episodio:

00:00 Introduzione
07:35 Il corso "Educazione e natura" e la Vitamina N
16:53 Biofilia e intelligenza naturale
25:37 Ricostruire il rapporto con la natura 
33:26 Misurare la connessione con la natura con la scala Aimes
52:36 Cosa fare dopo aver misurato la connessione con la natura

 

Il corso "Educazione e natura" e la Vitamina N.

Nel 2020, in pieno lockdown, Biella Cresce ha organizzato il convegno Fare scuola all'aperto per trasmettere l'importanza, ormai dimostrata da moltissimi studi, di educare all'aria aperta e nella natura. Il successo è stato enorme e ne sono nate molte esperienze, corsi e incontri. Ne è nata anche la voglia di approfondire ancora meglio questo tema, per questo due collaboratrici di Biella Cresce, Claudia Ottella e Martina Piccioni, si sono iscritte al corso interuniversitario "Educazione e natura" diretto da Monica Guerra, Maja Antonietti, Fabrizio Bertolino e Michela Schenetti, organizzato dalle università di Milano-Bicocca, Valle d’Aosta, Parma e Alma Mater di Bologna. 

Abbiamo chiesto alla nostra Claudia Ottella, coordinatrice pedagogica dei Nidi della Città di Biella, di raccontarci la sua esperienza in questo corso: "Ci ha permesso di avere degli sguardi molteplici su questa materia. L'aspetto interessante era che a ogni incontro erano invitati degli esperti che ci hanno permesso di spaziare dall'ambito scientifico a quello pratico per confrontarsi con tanti punti di vista diversi". 

La tesina finale scritta a quattro mani da Claudia e Martina si intitola Vitamina N. Dosi di natura per riconnettersi al mondo naturale, dove il termine "vitamina N" è preso in prestito dal saggista Richard Louv. L'obiettivo della tesina è rivolgersi agli adulti che si occupano di educazione per trasmettere l'importanza della natura.

 

Biofilia e intelligenza naturale.

La biofilia è stata descritta nel 1984 da Edward O. Wilson come la "tendenza innata a concentrare il proprio interesse sulla vita e sui processi vitali". "Ci siamo chieste, - spiega Claudia Ottella, -  quanto questo aspetto primitivo del nostro essere connessi con la natura era importante per gli adulti che si occupano di educazione. E abbiamo scoperto che livelli più alti di connessione con la natura aiutano indubbiamente il compito di un educatore, perché la presenza della natura migliora l'attenzione e la concentrazione".

Se la biofilia riguarda un livello più emotivo e istintivo di rapporto con la natura, il concetto di "intelligenza naturale" pone l'accento su un livello cognitivo. Negli ultimi decenni del Novecento lo psicologo Howard Gardner ha elaborato la teorie delle intelligenze multiple che ha avuto un grande impatto sulle scienze cognitive. In un primo momento ha individuato sette tipi di intelligenza (logico-matematica, linguistica, spaziale, musicale, procedurale, interpersonale e intrapersonale), ma successivamente ha  quella naturale, ovvero la propensione degli individui ad approcciare i concetti e i fenomeni naturali.

Prosegue Claudia Ottella: "Questi due aspetti, la biofilia e l'intelligenza naturale, ci sembra descrivano bene i modi in cui le persone scelgono la natura. Alcune sentono una connessione istintiva ed emotiva, altre un approccio più scientifico. La cosa interessante era capire in che modo queste due macrosituazioni si integrano all'educazione".

 

Ricostruire il rapporto con la natura. 

Anche quando ci si approccia a gruppi di educatori e insegnanti che hanno scelto di avventurarsi in natura si percepiscono livelli diversi di connessione con la natura: "Non tutti sono così propensi e abituati a lavorare all'esterno con i bambini. Bisogna uscire dalla propria zona di comfort. Bisogna anche tornare a chiedersi perché abbiamo scelto di fare questo mestiere, un mestiere che è anche una missione. Per cui non basta dire che si fa educazione in natura perché queste sono le indicazioni del Ministero, bisogna trovare delle motivazioni più profonde. Ci siamo rese conto che per coinvolgere i bambini in questa avventura bisogna prima passare da un'esperienza personale e da una riflessione sul significato della natura per noi".

Questo poi si traduce in gesti concreti e spesso istintivi che compiamo quando siamo in natura insieme ai bambini: ci lamentiamo perché una scarpa è finita nel fango? ci ritiriamo alle prime gocce di pioggia leggera? ci dimentichiamo i vestiti adatti? Questi piccoli gesti comunicano una scarsa connessione e i bambini, istintivamente, se ne accorgono.

 

Misurare la connessione con la natura con la scala Aimes. 

Claudia Ottella e Martina Piccioni hanno intuito che il punto di partenza per migliorare la connessione con la natura degli educatori, e di conseguenza migliorare la loro capacità di educare, era trovare un modo per misurare questa connessione: "Ci siamo messe a cercare ne web, - racconta Claudia, - soprattutto tra le esperienze nel mondo anglosassone che ha molta più esperienza nel campo dell'educazione in natura. Abbiamo trovato diversi strumenti, alcuni calibrati non solo sugli adulti ma anche sui bambini. Ma in tutti emergeva una difficoltà: si misurava di volta in volta l'aspetto emotivo o cognitivo, c'erano molti strumenti sulla misura dell'attitudine ecologica e altri sulla mindfulness generata dalla natura. Dovevamo trovare un test che riunisse queste diverse scale di valutazione. E lo abbiamo trovato nel lavoro di un gruppo di ricerca che fa capo all'Università di Melbourne, in Australia". 

La scala si chiama Aimes, descritta da Julia Meis-Harris, Kim Borg e Bradley Jorgensen in uno studio apparso sul Journal of environmental management, si occupa proprio di misurare la connessione con la natura prendendo in considerazione diversi fattori: da quello emotivo a quello filosofico. Attraverso Biella Cresce siamo riusciti a metterci in contatto con i ricercatori che sono stati molto disponibili nell'offrire chiarimenti e anche a progettare delle esperienze insieme per il futuro. 

Claudia e Martina hanno riportato nella loro tesina la traduzione italiana del test. Chi vuole può misurare la propria connessione con la natura rispondendo al questionario qui sotto.

 

 

Questo strumento è utile nella fase di introspezione, per porci quelle domande di cui parlavamo prima e comprendere meglio qual è il nostro rapporto con la natura.  

 

Cosa fare dopo aver misurato la connessione con la natura.

Ma cosa fare se otteniamo un basso punteggio sulla scala Aimes o se semplicemente vogliamo migliorarlo? Claudia e Martina hanno avuto un'idea meravigliosa: creare degli integratori di vitamina N "da prendere". Si tratta di piccoli esercizi che si possono fare per migliorare la nostra connessione. Ma di questo parleremo in un prossimo approfondimento.

Ora ci interessava porre l'accento sul fatto che il modo in cui ci approcciamo alla natura incide sul modo in cui accompagniamo i bambini in natura. Se non lo sappiamo, lo subiamo. Prendere coscienza di qual è il nostro livello di connessione con la natura è il primo passo per aumentare la nostra consapevolezza e cominciare a migliorare.

  

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