Fare scuola all'aperto

Relatori: Rodolfo Cavaliere e Claudia Ottella
Durata: 1 ora

Ormai lo sappiamo tutti, perché ce lo dicono da tempo e con fermezza ricerche ed esperienze da ogni parte del mondo: i bambini hanno bisogno di stare fuori. Non è un optional, è questione di vita, di crescita, persino di apprendimento. Qualunque sia lo spazio che c’è fuori dalle nostre porte, fuori c’è un’opportunità. Stare all’aperto invece che al chiuso è un cambiamento che può essere radicale, nel senso che può incidere alla radice del nostro modo di educare: perché se non usciamo limitati da ansie e timori inutili, fuori si può giocare una relazione in cui adulto e bambino stanno uno accanto all’altro, entrambi animati da curiosità autentica per l’esistente che ci viene incontro, entrambi disponibili alla ricerca. Fuori c’è un mondo bellissimo da esplorare, un mondo che non possiamo non attraversare.  

Relatrice: Claudia Ottella
Durata: 1 ora

Affrontare il tema del rischio inteso come opportunità educativa e non come risposta iper protettiva che limita il desiderio di libertà dei bambini: una necessità oggi, in cui è necessario transitare oltre, uscendo dalla paralizzante paura che ci ha accompagnato nel passato più recente, per arrivare ad una serena e civica consapevolezza di ciò che è possibile fare. Nella scuola vogliamo persone sicure fisicamente ma dobbiamo prenderci cura anche della salute sociale ed emotiva dei bambini: quale miglior modo di farlo se non quello di permettere loro di conoscere quel mondo che negli ultimi mesi gli abbiamo descritto come pauroso e da evitare? è indispensabile ora ridare loro una visione del fuori come luogo del possibile, se non vogliamo ritrovarci una generazione di adulti vittime di ansie e fobie ingiustificate: dobbiamo dire loro che il mondo si può vivere, se lo facciamo con accortezza e non limitandosi a proteggerli esclusivamente con manovre correttive che evitano l’incontro. Incentivando la percezione di paura, corriamo il rischio di svuotare le città di infanzia, svuotando l’infanzia di valore: noi dobbiamo riconoscere ai bambini le loro competenze e creare sicurezza attraverso un’educazione che é trasformazione di cultura e modi di vita.

Relatrice: Claudia Ottella
Durata: 2 ore

L’esperienza di una scuola che si gioca anche fuori è un’esperienza di apprendimento motivato, interessato, interdisciplinare, che può sostenere lo sviluppo delle competenze.  Che la natura sia maestra non è un modo di dire, e fare scuola fuori, rompendo i confini e scegliendo di cogliere le opportunità che la natura mette a disposizione, significa ripensare alla scuola come contesto che provoca pensieri e azioni intelligenti e che sta in dialogo con il mondo, attraverso un insegnamento che sappia essere incisivo senza essere invadente. Pensare a scuole o servizi capaci di abitare contesti vivi è il modo migliore per incontrare domande autentiche. E le domande autentiche sono quelle che attivano maggiormente l’utilizzo di strategie di apprendimento plurime e trasversali. 

Relatrice Claudia Ottella
Durata: 2 ore

I cortili e giardini dei nostri servizi educativi sono formidabili, ma troppo spesso dimenticati campi di esperienze educative. Sostenere questo concetto nella progettazione di un servizio educativo dedicato ai più piccoli, significa non solo sostenere l’idea che “la natura” debba essere un’aggiunta ai normali percorsi educativi, quasi un’ulteriore esperienza da inserire tra le altre, ma che essa può e deve essere invece il contesto che integra, il mezzo attraverso i quali si possono attraversare le sperimentazioni dei bambini. Nel concreto privilegiare le esperienze all’aperto nelle nostre realtà educative significa attraversare i confini, metaforici e fisici rappresentati dai muri e dalle porte delle nostre sezioni e delle nostre classi, per permettere ai bambini, alle loro immaginazioni e ai loro quesiti di correre liberamente.

Relatrici: Maura Farris
Durata: 2 ore

Sviluppare un’idea di scuola che riesca a mettere al centro la qualità della vita di bambini e bambine oltre che di insegnanti senza dimenticare la qualità degli apprendimenti, è una necessità che va oltre la ridefinizione imposta ora sulla base dei limiti che nuovi protocolli nazionali e territoriali ci imporranno. Riflessioni intorno all’importanza e alle modalità per permettere a bambine e bambini di sviluppare un senso di appartenenza al mondo attraverso una relazione continuativa con i luoghi naturali, reali, complessi, costruendo così apprendimenti significativi attraverso ciò che li circonda. Portare la scuola ‘fuori’, significa scardinare l’idea che il luogo deputato all’apprendimento sia solo l'aula, portando a dover riflettere non solo sul dove e sul quando, ma anche sul come, perché immergersi nell’ambiente esterno coinvolge insegnanti e bambini in un processo di apprendimento meno lineare, più complesso rispetto all’aula, ma che naturalmente favorisce l’approccio interdisciplinare.

Relatore: Giuseppe Paschetto
Durata: 2 ore

Sviluppare un’idea di scuola che riesca a mettere al centro la qualità della vita di bambini e bambine oltre che di insegnanti senza dimenticare la qualità degli apprendimenti, è una necessità che va oltre la ridefinizione imposta ora sulla base dei limiti che nuovi protocolli nazionali e territoriali ci imporranno. Riflessioni intorno all’importanza e alle modalità per permettere a ragazzi e ragazze di sviluppare un senso di appartenenza al mondo attraverso una relazione continuativa con i luoghi naturali, reali, complessi, costruendo così apprendimenti significativi attraverso ciò che li circonda. Progettarsi come scuola che abita con flessibilità nuovi spazi all’aperto e vede nella relazione con il territorio un’importante opportunità di rinnovamento significa scardinare l’idea che il luogo deputato all’apprendimento sia solo l'aula, portando a dover riflettere non solo sul dove e sul quando, ma anche sul come, perché immergersi nell’ambiente esterno coinvolge insegnanti e ragazzi in un processo di apprendimento meno lineare, più complesso rispetto all’aula, ma che naturalmente favorisce l’approccio interdisciplinare.

Relatori: Claudia Ottella e Rodolfo Cavaliere
Durata: 2 ore

La limitazione delle esperienze educative all’esterno è spesso la risposta della crescente ansia avvertita da insegnanti e genitori che porta a enfatizzare la “sicurezza” del bambino come minacciata dallo stare fuori. Una paralisi didattica colpisce i servizi e le scuole dove è la paura a dettar le regole. Nella progettazione educativa parliamo spesso di centralità del bambino e di bambino competente, e siamo pronti a sostenere che qualsiasi azione di cura educativa, in qualsiasi fascia d’età venga realizzata, debba essere fortemente incentrata sui bisogni del destinatario. Salvo poi comportarci nella realtà in modo assai diverso. Le paure degli adulti comportano oggi più che mai una iper-protezione dei bambini, che impedisce loro di “vivere” la natura e i suoi fenomeni e ne comprime le energie.
Conversazione con le famiglie intorno al nuovo modello educativo per provare a pensare insieme ad una progettazione che affronti i rischi non come realtà da cui porsi al riparo ma come opportunità di crescita.